Comunicato - Appalti pubblici: la clausola di revisione prezzi diventa obbligatoria

I continui aumenti dei prezzi delle materie prime stanno avendo un forte impatto sul settore edile. Con il cosiddetto decreto “Sostegni-ter”, il legislatore nazionale ha introdotto come obbligo la clausola di revisione prezzi ovvero un meccanismo di adeguamento dei prezzi negli appalti pubblici. In particolare, dal 28 gennaio 2022 e fino al 31 dicembre 2023, tutti i contratti d’appalto pubblici devono contenere tale clausola.

“Questa disposizione si applica a tutte le opere pubbliche. Si tratta di un tentativo di contrastare gli aumenti straordinari dei prezzi. In questo modo le aziende non sopportano più da sole il rischio di aumento dei prezzi. Viceversa, in caso di calo dei prezzi, anche il settore pubblico ne beneficia, perché viene previsto un riequilibrio anche nell'altra direzione", spiega Michael Auer, Presidente del Collegio Costruttori.

Come aggiunge il segretario del Collegio Costruttori, Thomas Hasler, la possibilità di prevedere una clausola di revisione prezzi negli appalti pubblici era già possibile prima del 28 gennaio 2022: “Purtroppo in Alto Adige non è mai stata utilizzata. Vista la situazione attuale, siamo felici che l'applicazione della clausola sia ora obbligatoria, anche se solo per i bandi pubblicati a partire dal 28 gennaio 2022”.

Il Presidente Auer rivolge infine un appello ai committenti pubblici, affinché introducano la clausola di revisione prezzi anche per i bandi pubblicati prima di tale data: “L'enorme volatilità dei prezzi delle materie prime rende praticamente impossibile per le aziende effettuare calcoli precisi. Poiché le gare vengono fatte molto prima dell'inizio dei lavori, la clausola di revisione prezzi è l'unico modo per attutire gli enormi rischi”.